Ecco il pane degli angeli
Ecce panis Angelórum,
Factus cibus viatórum:
Vere panis fíliórum,
Non mittendus cánibus.
(traduzione letterale in italiano)
Ecco il pane degli angeli
fatto cibo dei viandanti:
vero pane dei figli
da non gettare ai cani.
(traduzione italiana liturgica)
Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev’essere gettato.
Questi versi fanno parte della sequenza “Lauda Sion Salvatorem” che è una preghiera della tradizione cristiana cattolica. In essa, dopo la lode all’Eucaristia, viene espresso il dogma della transustanziazione e spiegata la presenza completa di Cristo in ogni specie.
L’autore è san Tommaso d’Aquino, che la compose attorno al 1264, su richiesta di papa Urbano IV.
Viene codificata dalla liturgia come una sequenza e viene recitata o cantata prima del vangelo nella messa della solennità del Corpus Domini.
È ritenuto tra i vertici della poesia religiosa di ogni tempo, per profondità dottrinale e sapienza estetica. Il Lauda Sion è stato tradotto in musica da molti compositori.
(da wikipedia)